Entrevista a Invert ITA-ESP

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Continua la nostra rassegna di interviste a freestyler spagnoli/latini. Dopo Errecé, è il turno di un campione mondiale. Invert è sicuramente uno dei nomi che hanno fatto, e continuano a fare, la storia del freestyle spagnolo. La vittoria della RB Batalla de los Gallos 2014 rappresenta l’apice di una carriera che lo ha visto entrare a far parte di ogni periodo storico del freestyle spagnolo. La sua capacità di continuare a rinnovarsi, mano a mano che il freestyle cambiava e si evolveva, lo rende davvero unico. Ora, a 36 anni , Invert è ancora uno dei freestyler spagnoli più difficili da battere. Cerchiamo di scoprire i segreti del campione basco nella nostra intervista.

Shekkero, un fortissimo freestyler italiano, ha scelto questa battle per te: Hydra vs Palo del Mic Scrauso. Come ti è sembrata?

Ho visto anche altre battle, per strada e sul palco. Mi sembra un movimento nuovo, non ci sono così tante persone e non è mediatizzato come qui in Spagna. Bene, siete nel momento migliore, quando tutto inizia a svilupparsi.

E cosa ne pensi del livello?

Non capivo nulla dalle parole, quindi quello che vedevo era il linguaggio del corpo. L’ho visto più sano di come lo vedo in Spagna in una battle di strada, perché non ho visto questo desiderio di vincere, questa aggressività che si vede in Spagna, ma c’è solo semplice voglia di fare rap. Mi ha ricordato me a fare freestyle a 15 anni al parco, cioè quando vincere una battle non mi cambiava la vita.

Sì, in Italia non si vive ancora per il freestyle.

Questo è un punto molto importante, perché non è il tuo lavoro, è il tuo hobby.

Come hai iniziato a fare freeestyle?

Ho iniziato a registrare rap nel 1997 e il freestyle è stato un po’ una conseguenza. Provavo a fare freestyle quando ancora non sapevo cosa fosse il freestyle. Poi ho iniziato con persone e amici rapper. Mi piaceva improvvisare con tutti gli oggetti che vedevo, con le targhe delle macchine ed ero abbastanza bravo. Nel 2005 c’è stato un evento hip-hop in cui c’era un microfono libero e ricordo che un ragazzo ha iniziato a insultare il fratello del deejay, che era un bambino. Sono andato a difenderlo e ho iniziato a dare riempire d’insulti l’avversario, in pratica abbiamo fatto una battle senza sapere cosa fosse una battle. È stato l’anno della Red Bull, perché i miei amici mi hanno detto di andare all’evento. Ho detto “no no, non vado”. Proprio la Red Bull, l’anno seguente venne nella mia città, così mi presentai.

Prima della Red Bull, non c’erano gare di freestyle in Spagna?

No, non c’era niente, nessuna competizione o battle di strada. C’erano i cypher. Quando uscì 8 Mile, Red Bull iniziò a muovere qualcosa.

Ti allenavi e ti alleni molto?

A quel tempo non lo chiamavo allenamento, era freestyle con i miei amici, indossavo le cuffie con una strumentale, tra il 2007 e il 2008 avrò ascoltato solo 3/4 strumentali. Ora sì, ci alleniamo 2-3 ore al giorno, facciamo un allenamento specifico per il freestyle.

Come ti alleni?

Improvviso con un generatore di parole e mettendo beat veloci.

Capitolo Red Bull: quando hai vinto l’Internazionale, la tua vita è cambiata?

Allora, lavoravo come istruttore in una palestra e ho dovuto continuare a lavorarci. Ciò significa che ero campione del mondo e il lunedì dovevo lo stesso tornare in palestra a lavorare. Ho avuto proposte per tour di eventi in America Latina. Durante le mie ferie sono andato in tournée per un mese in Argentina, sono stato il primo spagnolo ad andare in tournée in America Latina. Hanno iniziato a fermarmi all’aeroporto, nel primo evento c’erano 5 mila persone, la gente conosceva le mie canzoni, io ero tipo “WHAT?”. Fui super sorpreso. Tornai dal tour e tornai a lavorare in palestra. Mi restavano 10 giorni di ferie, li ho richiesti e ho anticipato le vacanze dell’anno successivo per andare in tournée. Mi continuavano a chiamare a eventi ed è stato lì che ho dovuto lasciare la palestra. Ma ho lasciato il mio lavoro per vivere molto male nel freestyle, a quel tempo non ti dava i soldi per vivere come ora, prima non era così sviluppato. Ho dovuto soffrire per riuscire a continuare con la vita da freestyler.

Quando è cambiato sotto questo aspetto il freestyle in Spagna?

Un anno fa. Gli eventi sono diventati più popolari, hanno raggiunto molte più visite su YouTube e hanno capito che siamo prodotti che la gente vuole comprare.

Per la tua vittoria alla Red Bull hai ricevuto molte critiche e viene sempre sollevato il tema del ” falso campeón “. Cosa ne pensi?

Onestamente, sono stato molto criticato per la battle contro l’Aczino, ma non è qualcosa che mi preoccupa, perché devi valutare la battle in un contesto temporale. Fosse stata quest’anno, quella battle sarebbe stata valutata diversamente, ma a quel tempo non ebbi dubbi sul fatto che avessi vinto, ma proprio nessun dubbio. Al massimo poteva esserci uno spareggio. Hanno iniziato a definirmi “falso campeón” nel tempo e mentre si forgiava il crescente mito di Aczino. Ma chiamano tutti “falso campione”, anche Wos. Non è qualcosa che mi crei problemi. Lo spiego in un freestyle “me llaman falso campeón y el trofeo luce muy bonito en mi habitación” (trad. mi chiamano falso campione e il trofeo splende bellissimo nella mia stanza).

Sei molto competitivo?

Sono stato molto competitivo. Ora ho diminuito molto il mio grado di competitività, mi sono molto umanizzato.

Perché non sei mai tornato alla Batalla de los Gallos?

Sono stato l’unico campione a non tornare, perché a quel tempo la disciplina non era per nulla mediatizzata, quindi tornare poteva dare solo un’immagine negativa se avessi perso. Prima, se il campione perdeva era terribile, era troppo negativo. Ora la sconfitta del campione ha un prezzo, non è così mal vista e non ti fa perdere molto a livello di immagine

Perché ti sei ritirato?

Perché avevo bisogno di calma mentale, non è una vita che mi piace, passare di battle in battle ti consuma mentalmente. Poi sono tornato e l’ho fatto con meno forza e meno aggressività, ma perché ho deciso di rimettermi in gioco.

Pensi di aver già avuto il tuo miglior momento nel freestyle?

Credo che un freestyler non perda mai il livello, ma cambia il contesto in cui si trova. Voglio dire, nel momento in cui ho vinto, c’erano forse punchline più semplici, ma in uno schema (quattro battute) mettevo due punchline, gli altri soltanto una. Ora forse viene prestata maggiore attenzione al flusso, alle metriche e altre cose, ma ci si dimenticano punchline e creatività. Non penso di essere peggiorato, ma che si tratti di un’evoluzione naturale. Ad esempio, ora non faccio molte rime a sfondo sessuale, mi concentro maggiormente sul contenuto e sul rappare bene.

Quindi, credi che il tuo livello sia lo stesso e che solo il contesto e il modo di rappare siano cambiati.

Sì, ora se torno a una battle sarò al mio livello massimo, questo mi è molto chiaro. Alla fine, devi solo rimetterti in gioco.

Continuerai a fare freestyle per tutta la vita o ti fermerai un giorno?

Al momento voglio continuare con questo stile di vita, fare freestyle, essere un giudice nelle competizioni, poi faccio musica e ho un canale YouTube.

Il tuo canale YouTube, come è nata questa idea?

Mi piaceva registrare video da quando ancora YouTube non esisteva. E mi piace tutto ciò che riguarda la cultura urbana, sto imparando ad andare in skate e a fare break-dance.

Tornerai alla Red Bull?

L’anno prossimo non penso.

E a FMS?

Nemmeno, è un torneo esageratamente esigente, perché sono battle molto lunghe e continue ogni mese. Preferisco fare una battle ogni mese o ogni due mesi.

La tua migliore qualità nel freestyle?

Presenza scenica e capacità di risposta rapida.

L’età può essere un fattore in futuro a causa del tuo livello?

Non so se sia positivo o negativo, è vero che per un adolescente potrebbe essere meglio perché è nel momento in cui l’attività mentale chiede continuamente nuove informazioni, ma credo che alla fine dipenda da come la persona è nutrita dal suo contesto.

E la tua musica?

Sto registrando il nuovo album.

Top 5 in Spagna e nel mondo.

Spagna: Chuty, Skone, Walls, BTA, Blon

Mondo: Chuty, Aczino, Skone, Wos e Papo

CmA

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