Intervista a Gabs

Quelle svolte che cambiano la percezione di una carriera, ma non il senso della stessa. Gabs è sempre stato un freestyler forte, ha sempre seguito il suo percorso fatto di vittorie, delusioni, allenamenti e chilometri per imporsi nella scena. Soprattutto negli ultimi 2 anni, praticamente tutti si erano oramai resi conto di chi era: uno dei flower più forti d’Italia, capace di portare al massimo livello delle skills abbastanza rare in Italia. Musicalità, incastri, costanti cambi di flow e di metrica… Gabs era già potentissimo, già distinguibilissimo, nonostante mancasse il risultato di rilievo che ne conclamasse il livello. L’entrata in FEA lo rende ufficialmente Elite di questa disciplina e – visto il percorso duro e lungo fatto per raggiungere questa “nota di merito” – non si può che esserne contenti. Eravamo curiosissimi di saperne di più, a una settimana dalla bellissima scena in cui Shekkero – dopo la Finale Nazionale del Fight Club in cui Gabs si è classificato secondo – gli ha proposto di entrare nel collettivo di freestyle più longevo d’Italia.

Come hai iniziato a fare freestyle?

Ho iniziato ad improvvisare le prime rime in freestyle a circa 14/15 anni. Essendo un grande appassionato di rap, mi è venuto quasi naturale provare a cimentarmi in questa disciplina, soprattutto dopo aver visto alcune tra le battle più storiche del passato come Fibra vs Kiffa, Ensi vs Mondomarcio, Clementino vs Ira… MTV Spit, poi, ha dato un’ulteriore spinta e ha contribuito a farmi appassionare ancora di più al freestyle e ad aumentare la mia voglia di provare a farlo. Inizialmente, anche solo per cazzeggio, lo facevo con gli amici a scuola. Visto che mi veniva discretamente bene e gli altri sembravano apprezzare parecchio, ho deciso di allenarmi e migliorarmi sempre di più fino ad iniziare ad iscrivermi alle prime battle in regione intorno ai 18 anni.

Il tuo primo palcoscenico importante è stata la Finale del Tecniche in cui hai sconfitto Blnkay. Come l’hai vissuta?

Lì per la prima volta ho avuto la percezione di trovarmi su un palcoscenico importante e molto più rilevante di quelli già conosciuti in passato. Ricordo di essermi affacciato dal backstage poco prima dell’inizio della battle e la vista del locale pieno di gente carichissima per assistere alle sfide mi ha fatto capire quanto quella serata fosse significativa; non che non lo sapessi già, ma la vista di un pubblico così numeroso e così caloroso, più che l’ansia da prestazione (che un minimo c’è sempre), mi ha dato la carica e la spinta giusta per affrontare la battle. Avevo tanta voglia di dimostrare il mio valore in un contesto del genere, con una tale cornice di pubblico e una giuria più che illustre. Penso sia stata una serata fondamentale per il mio processo di crescita. Fu tanta poi la soddisfazione per essermi confrontato con 2 freestyler di cui ero particolarmente fan prima di iniziare a fare le battle: Blnkay e Il Dottore, ai tempi i miei preferiti in assoluto, sotto nelle mie preferenze soltanto a Morbo che, essendo vicino geograficamente, avevo avuto il piacere di incontrare e ascoltare dal vivo in diverse serate in zona.

Ad ogni modo, la battle con Blnkay quella sera mi diede una certa risonanza ma anche una buona dose di hating.

L’avevi sofferto l’hating nei commenti di YouTube di quella battle?

Un po’ sì. Più che altro mi faceva girare i coglioni il fatto che, su YouTube, sotto a quella che era stata la prestazione migliore della mia giovanissima carriera, l’opinione dominante era quella che mi fossi preparato tutte le rime per riuscire a battere un avversario così forte. Oggi me ne fregherei, anche perché fortunatamente sono riuscito a dimostrare a suon di battle di avere un certo valore come freestyler ed è stata una grande soddisfazione trasformare l’odio di alcuni in amore per il mio freestyle nel corso degli anni. All’inizio però è un po’ più complicato fronteggiare shitstorm di questo tipo, ma credo che anche la gestione di questi episodi faccia parte del processo di crescita in questo ambiente.

Hai avuto fin da subito questo stile peculiare facendo freestyle?

Ho sempre avuto questo modo di “leggere” la base ed interpretarla concentrandomi in primis sulla musicalità della mia esecuzione. 

Sei cresciuto e ti sei metto molto in evidenza negli ultimi due anni. Pensi di avere avuto una crescita costante o che abbia subito un’accelerata netta nell’ultimo periodo?

Penso che la mia crescita sia stata abbastanza costante. Anche prima del covid stavo vivendo un’ottimo periodo di forma e ricordo di aver vinto 4 contest consecutivamente a inizio 2020; poi la pandemia ha costretto tutti a fermarci per un po’ ma io ho cercato di non perdere mai il focus e di tenermi allenato sempre il più possibile per ripartire dopo la pandemia da dove avevo lasciato.

La scrittura ha cambiato qualcosa nel tuo modo di fare freestyle e che importanza dai all’una e all’altra cosa?

Ho un approccio molto diverso. Quando faccio freestyle vado a ruota libera e do libero sfogo ai pensieri, mentre la musica la concepisco in maniera più ragionata, ogni parola in un testo deve avere il suo giusto peso e quindi la doso con più attenzione, mentre nel freestyle, essendo quasi un vero e proprio flusso di coscienza a volte, può capitare di dire qualche cazzata in più e non necessariamente rappresenta un problema se le cose dette vengono dette con uno stile efficace.

La musica mi ha sempre accompagnato sia da ascoltatore che da scrittore, è una parte importantissima della mia vita e sempre lo sarà. Ma fra le due forse sceglierei il freestyle, ho proprio un amore viscerale per la disciplina, per le esperienze che mi ha fatto vivere e le persone che mi ha fatto conoscere.

Fai freestyle da solo a casa e preferisci scrivere o allenarti?

Sisi, anche perché a San Benedetto non ho sempre la possibilità di incontrare freestyler per farlo quotidianamente come invece poteva capitare più facilmente a Bologna, dove ho vissuto per 5 anni in passato.

Per la seconda domanda, dipende, se per esempio ho una battle importante nel weekend mi concentro più sul freestyle. Se invece sto preparando qualche progetto, mi dedico alla scrittura. Ultimamente mi sono sicuramente concentrato di più sul freestyle ma in cantiere ci sono anche bei progetti in uscita sul versante musica.

L’entrata in FEA, avvenuta dopo la finale del Fight Club: te l’aspettavi? Era concordato?

Assolutamente no, è stata una sorpresa per tutti. Un qualcosa nato in maniera spontaneo quella sera. Io me ne sono reso conto dieci secondi prima che avvenisse: Dr. Jack mi ha detto all’orecchio “non è finita qui” e io pensavo “ma come, c’è uno spareggio alla finale?”. Poi quando ho visto tutti i FEA salire sul palco, Shekkero prendere il microfono in mano… ho iniziato a capire. Bellissimo, un’emozione super, tanto che ho deciso di imprimerla sulla pelle con un tattoo.

Tra l’altro che bello il discorso di Shekkero!

Ogni volta che lo rivedo mi emoziono.

Cosa cambia a livello di carriera l’entrata in FEA?

Si tratta di uno step importante per la mia carriera. Da quando è nata, ho avuto l’ambizione di entrare nella crew più forte. Un processo anche “naturale” sotto molti punti di vista, sono stato contento anche dell’attesa e del percorso che ha portato alla magica serata del Fight Club. È stato tutto perfetto.

Ora ti senti più responsabilizzato a livello di risultati?

Sì, ma fino a un certo punto. Io comunque essendo sempre stato una persona ambiziosa e che esige molto da se stessa, mi sono sempre messo da solo una certa pressione per i risultati.

Sei oramai sinonimo di spettacolo, però ti mancano vittorie importanti. Patisci il fatto che all’interno di FEA sei uno di quelli con il palmares meno ricchi, a livello di risultati importanti?

La ciliegina sulla torta sarebbe stata coronare il tutto con la vittoria del primo titolo nazionale, il Fight Club. Chiaramente anche la finale persa del Tecniche brucia però, al tempo stesso, ho pochi rimpianti perché in entrambe le situazioni, a mio modo di vedere, sia Kyn che Frenk sono riusciti a fare delle prestazioni incredibili (soprattutto nei momenti chiave delle finali) e hanno meritato la vittoria; a volte bisogna levarsi il cappello di fronte al proprio avversario e prepararsi con ancora più carica a prendersi la rivincita nelle occasioni future.

L’importante però per me è sempre portare prestazioni di livello, divertirmi e far divertire il pubblico: questo rappresenta sempre una grande vittoria per me e credo per ogni freestyler.

Nei contesti grossi, sui grossi palchi, ti senti tradizionalmente più a tuo agio e dai le prestazioni migliori. Perché?

Penso sia una questione stilistica, ad esempio avendo uno stile molto improntato sulla musicalità è importante avere un impianto capace di valorizzare nel giusto modo un cambio di flow alla prima barra, ad esempio. Il mio è uno stile che può arrivare meglio in contesti grossi e poi anche a livello attitudinale mi sento meglio.

Piccolo off-topic per uno degli argomenti del momento: cosa ne pensi di quanto successo fra Hydra e Grizzly?

Non è stata una cosa bella da vedere quella del labiale sinceramente, visto che, se ci pensi, molte persone che si affacciano per la prima volta alla visione di una battle si chiedono se il freestyle sia improvvisato veramente o preparato. Scene del genere contribuiscono a formare un’idea della disciplina negativa e lontana da quella che dovrebbe essere la sua vera essenza.  Detto questo, non si possono nemmeno crocifiggere loro, anche all’interno dello stesso contest hanno dimostrato di saper fare freestyle e rispondere egregiamente. Capisco anche Hydra che l’ha messo alla luce: fa parte del game, è stato un errore (che penso anche loro abbiano capito) ed è giusto pagarne un minimo le conseguenze, chiaramente senza sfociare in comportamenti tossici e irrispettosi che purtroppo spesso si verificano nelle dinamiche da social purtroppo.

Non è stato bello, ma ora si può archiviare l’episodio e andare avanti. E nelle prossime battle sono convinto che i ragazzi del Dojo avranno le spalle abbastanza larghe e le skills per rispondere ad ogni frecciatina e lasciarsi l’episodio alle spalle a suon di belle prestazioni.

Qual è stato il tuo avversario più ostico in carriera?

Ti direi Morbo, visto che sono riuscito a batterlo al Fight Club dopo 4 sconfitte che avevo incassato contro di lui precedentemente. Ma anche Shekkero con la genialità delle sue punchline e la completezza del suo stile credo che potrebbe rappresentare per me un avversario più che ostico su un palco: nei periodi in cui è al massimo della forma riesce a raggiungere un livello di freestyle e un feeling con il pubblico difficilmente eguagliabili da chiunque altro.

Miglior sfida e miglior contest fatto?

La battle migliore penso sia stata il cypher in semifinale del Tecniche 2022. Il contest invece è il Fight Club 2023.

CmA

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