Abbiamo intervistato Noema da Acireale, vincitore del Tecniche Perfette 2008 e – a nostro parere – uno dei migliori freestyler italiani di sempre. Nel nostro percorso di chiaccherate con esponenti della disciplina, volevamo confrontarci con uno che ne ha vissuto l’evoluzione e che l’ha rappresentata per molti anni. Intervistarlo è stato come introdursi in un mondo: ritornare agli albori del freestyle e scoprirne valori, particolarità e scoop mai usciti.
Come hai iniziato a fare rap e freestyle?
Ho iniziato a 17 anni nel lontano ’99. Io in realtà non volevo fare il freestyler, perché pensavo non ne sarei mai stato capace. Volevo fare il writer, soltanto che ero troppo scarso per fare il writer. Tutto questo ad Acireale, in provincia di Catania. Prima scrivevo, a 16 anni avevo iniziato a fare qualche testo. Gli altri MC mi dissero che un rapper che scrive e basta non può esistere, che anche i writer sanno fare freestyle di base. Quindi costretto dagli eventi, iniziai. Poi ho avuto la fortuna che, dopo il primo anno di freestyle, ero già molto più forte della media e allora ho continuato. Però la prima gara l’ho fatta quando avevo 22 anni, perché ai tempi non esistevano contest. Infatti ho vinto la prima gara e in generale ho perso pochissime volte in vita mia, perché sono arrivato a fare una battle dopo già 4 anni di allenamento.
Quindi già ai tempi, persino prima di 8 Mile, c’era molto movimento.
Il livello nella provincia di Catania ha una storia abbastanza antica, già dalla generazione prima della nostra e ancora da quella precedente. L’improvvisazione ha una grande importanza qui, più che in altre province siciliane. Era un modo di passare il tempo insieme.
Succedevano cose tipo: quel ragazzo ha parlato male di te e quindi ci sfidiamo in una battle di freestyle?
Un tempo sì, prima di vincere il Tecniche. Le sfide per la strada erano solo per motivi personali. Ma una volta era tutto diverso, se c’era un cerchio di freestyle le persone fra di loro non si insultavano mai, era tipo proibito. Se uno entrava in questo cerchio e insultava tutti, non succedeva neanche che gli rispondessero, succedeva che lo buttavano fuori dal cerchio e si diceva questa frase: “vedi tu sei venuto a rompere l’armonia del cerchio, noi ci stavamo divertendo”. Era una mentalità completamente diversa, una volta i cerchi di freestyle venivano fatti per la condivisione, per conoscersi, per l’automiglioramento. Era tutto molto più basato sul flow, piuttosto che sulle punchline.
E le gare?
C’erano delle gare una o due volte l’anno in delle jam importanti in ambito siciliano, dove si sfidavano rapper di Palermo, di Catania, di Enna… Il primo Tecniche Perfette regionale in Sicilia viene fatto nel 2005 e arrivammo in finale io contro Ira. Vinse Ira che poi vinse anche il nazionale.
Hai partecipato al 2thebeat?
Si, ho partecipato al Death Match di Roma del 2005. Partecipai insieme a Ira, quando ci fu la storica finale Ira vs Clementino. Io vinsi il mio turno e dovevo fare i quarti di finale. Purtroppo, siccome la gara iniziò quattro ore in ritardo, per motivi di tempistica, scelsero direttamente alcuni rapper e altri li mandarono a casa. Quindi persi, vincendo. Mi ricordo che mi lamentavo con Inoki e lui rispondeva che, siccome eravamo due siciliani, avevano preso Ira perché la sua sfida era stata più divertente della mia.
E nel 2006?
Nel 2006 dovevo partecipare all’edizione di Rimini. Per partecipare, a quei tempi, bisognava mandare un freestyle audio. Io lo mandai però l’ultimo giorno, quindi ero sicuro di non partecipare. All’ultimo, in realtà, mi chiamarono, ma io oramai per impegni personali non potevo andare. È quella che vinse Jesto in finale con July B. Ovviamente a pensarci è un rammarico, però non so se avrei potuto vincere, anche perché la mia esplosione avviene principalmente nel 2007.
Quando hai smesso?
Io non ho mai smesso di fare freestyle, ho smesso di fare le gare. Nel 2012 ho fatto la Spit e l’anno dopo mi richiamarono per partecipare alla seconda edizione, quella vinta da Shade. La loro idea era fare 6 della prima edizione contro 6 nuovi. Siccome alcuni della prima edizione dissero di no, ne presero soltanto 3 e scelsero quelli che erano arrivati in semifinale. Dopo Spit ho fatto battle solo per la strada, tutto è tornato nella sua dimensione più underground. L’unica altra battle che potrei fare è il Mic Tyson, perché arrivato a un certo tempo non ha molto senso fare delle gare minori, ha più senso che se le facciano i freestyler giovani per farsi le ossa e fare il percorso che noi già abbiamo fatto.
Quindi a un Mic Tyson parteciperesti?
Potrebbe essere, potrebbe essere. La cosa che sarebbe più facile per partecipare è fare il classico scontro generazionale di cui a volte parliamo, in quel caso ovvio che non potrei mai dire di no a una sfida in cui ci siano Clemente, Kiave ed Ensi contro i più giovani perché, a prescindere da come possa finire, non potrei mai mancare in un’occasione del genere.
A proposito di questo, pensi che il livello ora sia più alto?
Penso che il livello base sia più alto. Perché la tecnica che prima sapeva fare solo qualcuno di noi oramai la sanno fare tutti. Cioè i ragazzi della FEA sono tutti fortissimi, fanno incastri in default, per questo penso che tecnicamente il livello sia più alto.
Però i top assoluti di dieci anni fa paragonati ai top assoluti attuali?
Questo non lo so. Io non sono più sicuro che in uno scontro con la generazione precedente la generazione precedente vincerebbe. Solo nel caso in cui entrambi siano al massimo della forma si potrebbe vedere. Se non si è in forma non si vince. Non si vince con la nomina, non si vince con il carisma e neanche con l’esperienza, devi essere al 100%. Nel caso ci fosse lo scontro generazionale, ovviamente dovremmo allenarci, perché ora i ragazzi sono delle macchine facendolo sempre.
E non ti viene voglia di tornare alle battle?
Sì certo, tantissimo. Però al tempo stesso, a volte è come se ti sentissi fuori luogo. Del tipo “tu ancora fai questa cosa, gli altri della tua età non lo fanno più”. La parte romantica ti dice: dai fallo chi se ne frega. La parte più razionale mi dice: fallo quando rappresenti qualcosa, cioè la generazione precedente.
Ma questi non sono cliché nel freestyle? Tipo quando fai la vittoria grossa e non torni alle competizioni?
Mah, riguardo questo io penso che un tempo fosse per assenza di altre battle. Dopo aver vinto il Tecniche non c’erano altre sfide di quel livello, quindi si smetteva. Tante volte ho detto a Mastafive di togliere la regola che non si poteva più partecipare al Tecniche dopo aver vinto, perché io me li sarei fatti altri Tecniche ad esempio, volentieri. Ora è diverso perché ci sono tante altre battle importanti. Poi per esempio, dopo aver vinto il Tecniche, c’è una gara cittadina, i ragazzi danno per scontato che tu non partecipi. Cioé perché l’idea è “vieni per farci perdere”. Tu hai già vinto il Tecniche, non devi più dimostrare nulla. Ora penso sia un po’ diverso, perché il pubblico è più attento e ha ottenuto più rilevanza.
Più che altro sono discorsi che andrebbero messi da parte in virtù dello spettacolo.
Son d’accordo, lo spettacolo è quello che rimane. Una cosa che è stata molto importante è stata l’organizzazione del Mic Tyson che ha esaltato questa componente dello spettacolo. I video e la professionalità del Mic Tyson hanno portato il freestyle a un livello più alto che ha fatto avvicinare le persone.
Chi è il più forte che hai mai affrontato?
Penso che sia Emis Killa. Se avessi mai sfidato Ensi ti avrei detto Ensi. Comunque una cosa che pochi sanno è che si riprovò a fare un 2thebeat nel 2009, con una puntata di presentazione a Imola, in cui in giuria dovevano esserci Kiave, Clementino, Ensi e partecipanti io, Emis Killa, Dank e altri. Da lì doveva nascere un circuito simile a quello del 2thebeat. Purtroppo non si fece per problemi personali dell’organizzatore. Però se si fosse fatta, io sarei tornato in gara direttamente contro Emis Killa, che poi purtroppo non partecipò a MTV Spit.
Killa è stato la grande assenza a Spit fra i grandi.
Nella prima stesura della lista dei partecipanti, mi dissero che era presente. Non so i motivi reali che hanno fatto in modo che non partecipasse, però conoscendolo Emis Killa non è uno che ha paura di mettersi in gioco. Probabilmente la sua etichetta o chi per lei gli impedì di competere, perché dato che la sua carriera stava per esplodere, un eventuale insuccesso poteva costargli in termini di popolarità.
Come hai vissuto Spit e hai notato qualcosa di strano nel programma?
Un’esperienza bellissima, che certamente rifarei. Ho notato che essendo dentro un emittente c’erano delle cose che uno si aspettava che si facessero in un determinato modo e non in un altro. Per esempio, quando ho battuto Rancore sul tema dell’immigrazione, mi è stato detto “bravo Noema, ma ci saremmo aspettati che tu mettessi in rima ciò che veniva detto dal video, non che dessi la tua opinione personale”. Io risposi che a mio parere invece dovessimo dire la nostra. Secondo me, a me lo hanno detto per il fatto che ho fatto rime contro Lega, Borghezio, Gelmini, parlamento; questa è stata la mia sensazione. Questo modo di ripetere ciò che c’era nel video in modo “didascalico” degli autori ci è stata ripetuta più di una volta.
Hai avuto sentori di qualcosa di sporco all’interno di MTV Spit?
A me sembrò che c’era chi non doveva perdere, cioè che doveva farsi almeno un tot di apparizioni televisive prima di uscire. C’era un occhio di riguardo per qualcuno. Per esempio i ripescaggi: non erano fatti per chi poi venne effettivamente ripescato, ma perché se qualche big fosse uscito all’inizio, ovvero nelle prime sfide, sarebbe potuto essere ripescato. Comunque penso che se può succedere in un contesto dove gli interessi sono nettamente minori, figurati se non può succedere in televisione. Lo trovo non normale, ma giustificabile diciamo. La tipica mentalità italiana, con errori di default.
Ai vostri tempi c’è mai stata l’idea di fare qualcosa di simile a FEA?
No assolutamente no. Ci vedevamo poco. Ci percepivamo tutti quanti come entità singole e separate. L’unica cosa Ensi, quando era a Milano, al Barrio’s organizzava Ensi vs Emis Killa/Canesecco… lui aveva un po’ l’idea dello show. Sono un po’ invidioso del fatto che non l’abbiamo fatto noi, ma contentissimo per loro.
C’è qualcosa che pensi che manchi al freestyle attuale, che prima c’era?
L’unica cosa è che ora mi sembra ci sia meno spontaneità, rispetto a prima. Il livello di base è così tanto alto che a volte sembra troppo quadrato, che sembra poco spontaneo. Poi c’è qualcuno che spezza lo schema, quello che mi viene in mente è Debbit.
YouTube quanto è stato importante nello sviluppo del freestyle?
Tantissimo, ma la nostra generazione non se n’era resa conto. Noi non guardavamo visualizzazioni, commenti sotto i nostri video di YouTube, analizzavamo solo la nostra performance. Pensa che all’inizio, intanto su YouTube c’era poca roba, inoltre non ci veniva neanche in mente di fare dei video da mettere su YouTube. Quando Marracash faceva uscire Badabum Cha Cha, noi pensavamo che lui se lo poteva permettere perché era in una major, quindi a determinati livelli, perché uno sconosciuto non si può permettere di fare un video. Anche i mixtape erano finalizzati a vendere le copie ai live, li mettevamo su YouTube poi dopo quando c’era tempo…
Chi sono i più forti attualmente?
Più forte non lo so, ma quelli che mi piacciono di più sono Reiven, Morbo, Blnkay, Drimer e Mouri.
Per concludere, chi è il tuo erede? Il freestyler che pensi che più ti assomigli?
Quello che mi assomiglia di più è sicuramente Reiven. Per caratteristiche tecniche, capacità di fantasia e abilità nel creare le punchline.