“Mi sento il più forte” – Intervista a Kyn

L’uomo del momento nel freestyle italiano. Per arrivare al top, Kyn ha dovuto viaggiare per un percorso pieno di ostacoli, superati sempre da solo, senza aiuti. Non è stata una crescita lineare la sua, che nel momento di maggior hype è stato “vittima” dell’epidemia di Covid che – cancellando gli eventi – ne ha fermato la corsa. Alla ripresa, non è riuscito fin da subito a proseguire quel percorso. Nell’ultimo anno e mezzo però la sua storia è cambiata, scrivendo capitoli indelebili per questa disciplina e vincendo due degli eventi più grossi in Italia. L’abbiamo intervistato, per capire come ha vissuto questa montagna di russa.

Domanda di rito: quando e come hai iniziato a fare freestyle?

Nel 2013, alla Villa della Stazione (di fronte alla stazione), c’era un punto di ritrovo hip-hop. Con un mio amico ci fermammo e abbiamo visto gente che faceva freestyle. Quando ero piccolo l’hip-hop spingeva a Barletta e c’erano 10-15 freestyler (che sono tanti per una cittadina così piccola). Poi nel 2015 feci il primo contest e da lì iniziai ad appassionarmi al freestyle.

Ci sono freestyler che ti hanno aiutato?

No, io non ho avuto un educatore o una persona d’ispirazione. Purtroppo non ho avuto suggerimenti o altro e infatti quando mi chiedono di fare da insegnante, faccio fatica, visto che non l’ho avuto e non saprei da dove iniziare.

Sei uno dei freestyler più completi di altri, come hai raggiunto questo livello?

Tanto allenamento, zero talento. Predisposizione deve esistere, però io talento ne ho avuto zero e ho allenato tutto il resto. Una persona che ha talento è Hydra, io penso di essermi costruito.

Qual è la tua qualità nel free che preferisci?

Non vado a prilivegiare una tecnica suprema. Quello che però preferisco da un anno a questa parte e che ho migliorato è il riuscire a sentirsi tutt’uno col pubblico. L’obiettivo è dare al pubblico quello che vuole sentirsi dire, loro lo sanno che tu stai per dire all’avversario quello che il pubblico stesso pensa sull’avversario (ma non può dirgli) e vuole che tu freestyler glielo dica.

La rima che hai fatto all’All Bars: ci spiegheresti questo concetto di quanto contino le vittorie nel definire il freestyler?

Non c’è un’oggettività nel freestyle, non è uno sport. É come guardare un quadro, che per uno può essere bello e per un altro è brutto. L’unica oggettività che c’è nel freestyle sono le vittorie, che è ciò che può darti valore in questa disciplina. Nel mio giudizio non è giusto, perché per me le persone che hanno più valore nel freestyle sono coloro che mostrano la propria arte ed è unica nel proprio genere. Tipo Debbit, che non ha vinto chissà cosa, ma è uno che si differenzia dagli altri. Come un Dani in Argentina. Non conta se vinci o se perdi, se una persona va a un contest per vedere il tuo modo di fare freestyle, hai già vinto secondo me.

Vorresti entrare in una crew?

Non è mai arrivata l’occasione, né me lo hanno chiesto né io l’ho chiesto. Ora come ora non so se vorrei entrare in una crew: prima mi sarebbe servito tanto a spingere il mio essere freestyler, però ora come ora che ho raggiunto i miei traguardi da solo, non so se vorrei farlo. Ovviamente farebbe comodo per fare più serate.

Successivamente al Covid, il pupillo del pubblico online e non è diventato Higher, che si può dire che ha un po’ oscurato gli altri mc pugliesi per un periodo. Come hai vissuto la sua crescita, successivamente alla tua pre-covid? Come vengono gestite le diverse fasi di carriera?

Il “nuovo” viene sempre spinto di più. Riconfermarsi e restare nel mondo del free però è sempre molto più difficile a mio parere. Al tempo stesso, c’è anche una certa pressione che sia lui che io abbiamo subito.

I risultati che hai ottenuto nell’ultimo anno e mezzo pensi che siano dovuti al fatto che sei molto più forte o a circostanze?

Sono più forte e penso anche di sapere il perché. Per diventare più forte a fare freestyle devi migliorare come persona. Devi capire tu dove sbagli, devi studiarti e capirti. Poi sono migliorato tanto perché ho cambiato modo di allenarmi, ho cercato di allenarmi in modo da mantenere la mia mente sempre concentrata, perché molte volte se ti alleni troppo perdi la concentrazione e questo smette di essere utile. Overtraining. Ho cambiato metodo di allenarmi e ne ho visto le conseguenze positive.

Ti sei mai allontanato dal freestyle o hai avuto periodi in cui ti interessava meno?

Sì, ma quello sempre nella mia vita. Ci sono quei 6 mesi in cui ho voglia di farlo sempre o altri 6 in cui la voglia mi manca. É un amore/odio, penso anche sia difficile reggere il ritmo dei viaggi tante volte al mese, visto che comunque ti ripaga poco a livello di soldi. Ci sono momenti in cui dico “basta mi sono rotto il cazzo” e lascio anche gli allenamenti e poi mi torna la voglia.

Parteciperai a meno battle ora che hai vinto così tanto?

Dipende da quanto mi chiamano in realtà, vediamo, io resto disponibile.

Come vedi la situazione del freestyle attualmente? Sta crescendo il pubblico?

Non credo e io ho una mia teoria su questo. Il pubblico del freestyle per me non aumenta semplicemente perché in Italia non è una roba che può andare. Per me il problema è della mentalità, troppo “italiana”, troppo dedita alla commedia, in cui piace più ridere che prendere sul serio le cose (anche nel cinema si nota, i film vanno sul sicuro solo se comici). Secondo me per questo il freestyle non riesce a venire preso sul serio, al grande pubblico piace quasi solo sotto quell’aspetto lì. Il pubblico mi sembra sia cresciuto molto poco e questo rende le cose difficili. Una cosa che apprezzo però è che nonostante i soldi che girano in Italia sono molto pochi e anche la visibilità è bassa, l’amore per sta roba permette che comunque il livello sia altissimo. Ed è solo per amore.

Anche in Spagna il free non è in un momento roseo.

Per me lì c’è stato un appiattimento stilistico enorme, si è perso il lato artistico e per questo diventa più noioso. Prima Trueno, Replik, Dani ecc. tutti facevano una roba diversa, ora tutti fanno la stessa cosa e su quella ci si prova a superare.

Intraprenderai un percorso musicale, scriverai un disco?

No, vedrò se in futuro avrò voglia. Dopo aver vinto il Tecniche, nelle tappe ho fatto tanti live, ma non provo la stessa emozione del freestyle. Può sembrare brutto, ma per me sono due cose opposte e c’è una grande differenza: il freestyle è molto più spontaneo ed emotivo, mi porta a provare quelle emozioni che io amo. Non riesco a emularle coi pezzi. Poi mi dispiace che venga visto male chi si differenzia solo tramite il free, ma io devo farlo, è il mio percorso. Spero che si capisca che ad alcune persone piace solo fare freestyle per tutta la vita senza essere visti come dei “lebbrosi”.

La finale del GOTA l’hai vissuta come un’ingiustizia?

Non l’ho vissuta assolutamente male. Per me l’importante era performare. Riguardo alla serata, io sono una persona emotiva, quindi se succede qualcosa che mi fa infottare, do il 100%. Non ero il favorito e in più erano stati eliminati tutti i non FEA, quindi ero motivatissimo. La finale per me non è stata un’ingiustizia anche perché il giudizio è stato “giustificato” con spiegazioni varie. Pur non condividendo il ragionamento dietro, c’era un ragionamento dietro, ho perso altre sfide che mi hanno dato più fastidio anche perché non mi veniva spiegato il perché. Poi a me fa sempre piacere quando le persone gradiscono le mie performance, che vinca o che perda.

Ti consideri, in questo momento, il più forte in Italia?

Sinceramente, non mi sento di avere avversari, in base ai risultati delle battle di quest’anno. Potrò sembrare sborone, ma anche se mi trovo davanti avversari super forti, non ho mai paura e anzi sono felice di sfidare uno di livello, so che può gasarmi. Io mi sento di essere in Top 1. Tante persone mi hanno detto che lo sono e questo era un obiettivo che avevo e di cui sono stra contento: che la gente pensasse che sono il più forte.

E il 2 chi è? Il più temibile

Hydra sicuramente.

Qual è l’avversario che ti mette più in difficoltà?

Forse Gabs, per il mio modo di fare freestyle (contro cui ha vinto la finale del Tecniche Perfette ndr). Paradossalmente per me è più facile sfidare Frenk che sfidare Gabs, nonostante a livello assoluto Frenk sia più forte. Ma Gabs, col suo modo di fare freestyle, spesso non mi dà l’ispirazione per attaccarlo. Mentre con Frenk ho più appigli in risposta e penso sia l’avversario che mi diverto di più a sfidare.

Quindi preferisci sfidare i punchliner ai flower?

Sì, mi danno più ispirazione e aiutano la mia creatività.

Momento più bello nella tua carriera nel freestyle?

La vittoria del Tecniche. Prima che venisse detto il mio nome, mi è passata davanti tutta la vita da freestyler. Anche lo Scrauso è stato emotivamente forte, ma il Tecniche è stato il momento più bello.

CmA

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