Come battere Shekkero?

Una leggenda tramandata di generazione in generazione, nella zona che va dalla Ciociaria fino a Caserta, narra di un demone chiamato Shekkero Sho. Riconoscibile per una lunghissima coda fatta di peli intrecciati, simile a un dread, che parte dalla sua testa, si aggira nei pressi dell’attuale Cassino, sempre alla ricerca di una nuova competizione nella quale trionfare. Alcune persone ancora oggi affermano di aver incontrato questo demone e si ritengono fortunati di poterlo raccontare. Secondo le testimonianze, prima di attaccare ogni sua preda, assetato di sangue e vittorie, emette un verso tipico simile allo scratch di un DJ. Quando senti questo verso è ormai troppo tardi per fuggire e sei costretto a combattere, dando il tuo meglio in una battle di freestyle. Semmai dovessi trovarti in questa situazione, studiando le battle in cui Shekkero ha perso, ho preparato per te alcuni suggerimenti su come affrontarlo, in modo tale da aumentare di pochissimo le tue chance di vittoria contro l’unico ad aver fatto il Triplete (Tyson, Tritolo, Tecniche) di vittorie nel freestyle italiano.

Punta all’impressione complessiva

Osservando la lista delle sfide di Shekkero degli ultimi anni, salta subito all’occhio che quasi la metà delle sconfitte sono avvenute in finale. Chiaramente il fattore che influenza maggiormente questo avvenimento è che in finale è più probabile affrontare l’avversario più forte e in forma della serata, quindi più difficile da battere. Tuttavia ciò non spiega interamente questa tendenza particolare. Probabilmente la chiave di volta è nella modalità secondo la quale si svolgono gran parte delle finali e in come questa interferisca con le caratteristiche dell’MC di Cassino.

Lo stile di Shekkero è incentrato sul wordplay, marchio di fabbrica del freestyler, espresso mediante un’ottima delivery ed un flow particolare, che contraddistinguono le sue rime. Molto spesso riesce a mettere a tappeto anche gli avversari più ostici grazie a qualche lampo di genio che pone fine alla competizione. Quando riesce a sfornare perle del genere con continuità diventa infermabile per chiunque: ricordiamo, ad esempio, la vittoria nella finale del Carpe Riem Vol. IX del 2020 contro Il Dottore, dove ha sfornato punchline su punchline senza lasciare scampo al siciliano. Questo, purtroppo (o per fortuna per chi dovrà sfidarlo), non sempre gli riesce e quando i tempi si allungano diventa meno probabile che qualche rima estemporanea, per quanto geniale, risulti una “fatality” in grado di ribaltare il risultato di una battle. Esempio? Problem che lo batte nella finale del TR Jungle. Insomma, in finale ciò che conta di più è la continuità e, più dei singoli eventi, ha peso l’impressione generale della prestazione.

Provando ad applicare queste considerazioni a tutte le modalità, oltre a sperare che sia fuori forma quando dovrai sfidarlo, devi essere scaltro e leggere al meglio la situazione per trionfare. La probabilità che Shekkero faccia la barra migliore della sfida è altissima, perciò, più che sulla singola punchline, è meglio concentrarsi nell’impressione complessiva che si dà a pubblico e giuria. Per fare ciò devi mantenere alto il livello di ogni quartina, senza mai abbassare la guardia, perché, appena cala d’intensità la tua prestazione, dai a Shekkero la possibilità di prendere il sopravvento. A tal proposito è preferibile evitare di ingaggiare col cassinate una sfida di wordplay e anagrammi, dalla quale usciresti sicuramente malconcio. Risulta molto più redditizio affrontarlo portando il proprio cavallo di battaglia, in modo tale da compensare il suo talento cristallino in alcuni aspetti della disciplina. L’avversario di Shekkero che più di tutti ha raccolto i frutti di questa strategia è stato Debbit, che, nella finale dell’Urban Jam, nonostante partisse sfavorito dalla modalità, portando la sua estrema originalità, è riuscito a convincere il cassinate a riprendere il suo stile, combattendo la sfida su un terreno a lui favorevole e più congeniale. Agevolato anche da un beat particolarmente lento, sul quale ha avuto possibilità di spaziare e sperimentare, ha trovato la chiave per coinvolgere di più il pubblico e vincere la competizione grazie a quartine nel suo tipico stile come: “Ma i maiali fanno ‘Oink oink’ / L’ho imparato sopra Boing Boing. / Sono un Boeing 747 / AK-47, già l’ho fatto a fette”.

Sangue e rigirate

Un altro punto da tenere in considerazione per ottenere un giudizio positivo è l’attitude. Sotto questo punto di vista Shekkero si differenzia dagli altri: più che arrabbiato e battagliero, si mostra spesso divertito e allegro, risultando quindi molto simpatico agli occhi del pubblico. Tentare un approccio opposto, in cui si mostra la propria grinta e determinazione può attrarre i favori di chi adora il “sangue” e le battle nel vero senso della parola. In ogni caso, esprimere una personalità forte e ben marcata è più importante di quanto si possa credere. L’esempio più palese è Dr Jack che, all’ultimo Mic Tyson, si è portato a casa la vittoria soprattutto grazie all’impatto della prima quartina con la nota esclamazione: “Evviva i negri!”. Così facendo si è presentato con un’attitudine “cafona” con la quale è riuscito a contrapporsi alla leggerezza di Shekkero. Molto spesso è la fotta con la quale si esprime un concetto a dare valore ad esso; specie in una battle, il modo in cui si attacca l’avversario conta quanto l’attacco stesso. Proprio su questo punto hanno fatto leva nelle loro vittorie freestyler particolarmente tenaci come Snake, Chiasmo, Problem e Keso.

Al di fuori di una ristrettissima cerchia di esseri umani (o presunti tali), chiunque si trovi di fronte a Shekkero Sho parte da sfavorito: ogni battle contro di lui è come una guerra di posizione, bisogna combattere metro per metro, barra per barra, ed il minimo errore può risultare fatale. La cosa peggiore che si possa fare è accontentarsi e diminuire l’attenzione pensando di avere già la vittoria in pugno, perché quando sfidi il freestyler che ha vinto più di tutti negli ultimi anni l’unica cosa che non devi mai dimenticare è l’umiltà. Ciò non significa restare sulla difensiva, cercando di limitare i danni, bensì giocarsi le proprie carte in modo tale da ottenere uno scontro il più ad armi pari possibile, senza mai sottovalutare la minaccia incarnata dalle rime di Shekkero.

CmA

Torna in alto