Danno vs Moddi – 2TheBeat 2004

Una delle battle di freestyle più vecchie della quale sono rimaste testimonianze. Danno vs Moddi del 2004, finale della prima edizione dello storico contest 2theBeat a Bologna, è sicuramente una delle sfide che hanno scritto la storia del freestyle in Italia.

Il format del 2theBeat consiste in 3 round di qualificazione per accedere alla finale nazionale, ai quali hanno preso parte nomi del calibro di Kiffa, Jack the Smoker, Turi e Fame a.k.a. Jake la Furia. Nel 2004 Danno – ai tempi – era già un MC affermato a livello nazionale (con i Colle der Fomento) e una colonna portante della scena rap romana, noto per la pulizia delle sue barre e per il carisma che porta sul palco ogni volta che ha un mic tra le mani, sembra il favorito, anche solo per il rispetto della scena guadagnato in tutti gli anni precedenti. D’altro canto il pugliese Moddi è un osso più che duro, la sua grinta, il suo flow e la sua voce graffiante l’hanno portato in finale. Come si intuirà anche nel corso della sfida, i due si conoscono ed hanno un forte rispetto reciproco: quella che si attende è una battle spumeggiante e di altissimo livello.

Quote Danno 1,80 – Moddi 2,20

Primo minuto

La battle è composta da tre porzioni da un minuto a testa seguite da un botta e risposta sui 4/4. Ad aprire la sfida è Danno, che già da subito inizia con le prime schermaglie con lo storico verso: “M’hai fatto partire per primo: a ‘nfame!”. Il minuto prosegue in maniera lineare, con qualche punchline sulla stazza del tarantino, ma senza particolari picchi. Quello del romano è comunque un minuto buono, in cui l’MC dei Colle der Fomento ha dimostrato tutta la sua tecnica, ponendosi bene sul beat e presentando alcuni tecnicismi come rime doppie o con lo schema ABAB. Moddi si pone in maniera più agguerrita rispetto all’avversario rappando con un dialetto pugliese marcato, che però non sembra impedire al pubblico bolognese di apprezzare le sue rime, in quanto riceve un’ovazione quando attacca la città dell’avversario (“Pronto a piscià into ‘sto cazz’e Tevere”) o quando si autoproclama vincitore (“Ti ha mandato a casa uno sconosciuto come me”). Ciò che impressiona del minuto di Moddi è la fotta che è in grado di trasmettere al pubblico, nonostante l’uso del dialetto e di tecniche più semplici di quelle dell’avversario, dimostrando di essere un vero e proprio maestro di cerimonie a tutto tondo.

Secondo minuto

Danno, probabilmente impensierito dall’ottimo minuto dell’avversario inizia il suo secondo minuto in maniera più energica del precedente, continuando a concentrarsi più sullo stile e sulla tecnica che sulle punchline, seguendo il modello di freeestyle di quei tempi. Il minuto risulta ottimale se non fosse che negli ultimi secondi il romano si inceppa e perde il flusso, chiudendo la sua prestazione non benissimo. Moddi non si lascia sfuggire l’occasione per sottolineare la sua carenza, per poi proseguire il suo minuto puntando ancora sul campanilismo. Picco del minuto del pugliese è quando, nei secondi finali inizia a cantare una quartina come se fosse un ritornello. Non risulta particolarmente intonato, ma la cosa diverte e coinvolge il pubblico, che inizia a cantare insieme a Moddi.

Terzo minuto

L’MC capitolino capisce che la sfida gli sta lentamente scivolando di mano e che deve puntare a coinvolgere il pubblico. Sfrutta alcune quartine per imitare l’avversario in maniera egregia, nel flow, nel timbro di voce e nel dialetto. Tutto ciò serve non solo a divertire, ma anche a dimostrare che è perfettamente in grado di replicare le tecniche del pugliese e ad insinuare che l’avversario forse non è in grado di fare altrettanto. Quello del romano è un ottimo minuto, tanto che Danno è convinto di aver ribaltato le sorti della sfida: “Stai abboccando alla mia lenza”. La risposta mortifera di Moddi, però, non tarda ad arrivare: “Dic’ ch e ma mang’ a lenza, none / io m’mang’ a lenza, a cann’, a barca e o pescator’:  / Danno”. Il pubblico esplode grazie a questa rigirata eccezionale. Il minuto scorre liscio e si conclude con un altro “ritornello” fra le ovazioni della platea.

4/4 a testa

Danno inizia i 4/4 concentrandosi di più sulle rime ad impatto per ricucire il gap maturato dalla rigirata del pugliese. In effetti risulta più incisivo dell’avversario, che nelle sole quattro barre sembra stare stretto e non riesce a trovare il tempo per preparare le rime efficaci che ha portato nei minuti. Quartina dopo quartina, quindi, il romano riprende fiducia ed inizia ad attaccare l’avversario facendo riferimento al viaggio a New York che fa parte del premio (“Ti faccio una telefonata quando atterro a Nueva Yorke”) o al peso dell’avversario (“Sembrerò Stanlio, ma tu sei proprio Olio”). Sta prendendo lentamente il sopravvento quando commette un errore letale: in una barra afferma “Sinceramente a te non so più che cosa dì”. Non passa neanche un secondo che Moddi subito risponde: “Non sai più che cosa dire / evidentemente potevi dire tutto ma questa frase te la potevi risparmiare / dici da solo che te ne torni a Roma”. Danno, messo con le spalle al muro, alza le mani e concede la vittoria a Moddi. Inoki in qualità di host fa votare il pubblico, ma il risultato è scontato. Da non perdere anche il freestyle fatto dal pugliese dopo la proclamazione, in cui presenta anche un flow in stile reggae, molto interessante e che, purtroppo non era stato portato nel corso della battle.

Giudizio

È sempre molto interessante osservare le battle dei primi anni del 2000 perché da queste traspare un modo di intendere la disciplina diverso da quello al quale siamo abituati oggi. Il rispetto per l’avversario, nonostante gli attacchi, è sempre presente e viene espresso anche in qualche quartina. Un’altra grande differenza è nello stile: vediamo raramente metriche assurde, zero extrabeat e poche punchline, ma più pulizia tecnica e meno intercalari. La cosa che più colpisce un appassionato di freestyle nel 2021 è, però, il modo in cui si è bruscamente interrotta la battle. Se qualcuno avesse fatto una quartina come quella del Danno ai nostri tempi sarebbe stato semplicemente ignorato dall’avversario, che al massimo ci avrebbe fatto una punchline sopra. Nel 2004 per un MC affermare di non avere nulla da dire era un “sacrilegio”, vista la concezione quasi religiosa della disciplina. Il compito dell’Mc era proprio quello di avere la rima giusta per intrattenere le persone ed è stata proprio questa la mancanza del romano.

Tutto sommato anche ai nostri giorni la battle risulta godibile e divertente. Col passare degli anni lo stile di Moddi è risultato quello più “moderno” e vincente, forse anche grazie all’esito di questo scontro. Alcune barre del pugliese risultano moderne ancora oggi, in primis la rigirata della lenza. Quindi anche da un punto di vista più attuale è stato Moddi a meritare la finale del 2theBeat, nonostante Er Danno abbia portato un livello tecnico a quei tempi unico.

CmA

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