La Ruthless Aggression Era del freestyle

Gli effetti del Covid

Il Covid: una variabile fondamentale in un mondo come quello del freestyle italiano, un circolo ancora così ristretto e quindi così fragile di fronte a qualsiasi evento che possa scombussolarne in qualche modo la natura. La pandemia e le restrizioni che ne sono conseguite, hanno causato uno stop quasi totale agli eventi di freestyle di un anno e mezzo, dando spazio a vari fenomeni fra cui il freestyle online, il ritiro (o allontanamento temporaneo) di alcuni esponenti, la creazione di una maggiore unione “cittadina” fra i freestyler (per la semplice ragione che durante la pandemia potevi fare freestyle solo nella tua città), la parziale diminuzione del pubblico presente ai contest.

I risultati di questi e altri processi si sono visti al ritorno alle battle. Il minor numero di spettatori e iscritti ai contest è stato fin da subito un fattore evidente a tutti, che ha portato inizialmente gli organizzatori a creare eventi che non richiedessero budget troppo grandi, non permettendo quindi di vedere tanti FEA coinvolti nel corso del 2021 (unica eccezione l’End of Days). Per fortuna questo trend sta cambiando con l’andare dei mesi e sono già tornati eventi di grossa portata.

Inversione di tendenza stilistica

Non è però sull’organizzazione che volevamo concentrare questo articolo, quanto su un fenomeno più che altro stilistico che si è potuto notare nel mondo del freestyle. Rispetto agli ultimi anni del periodo pre-covid, in cui i freestyler tendevano a cercare di dimostrare più le loro skills sul palco, ad esempio abilità metriche, anagrammi, metafore, una enorme (e forse esagerata) quantità di wordplay, nel post-covid sembra si sia tornati molto di più all’essenza della disciplina (guardare 8 Mile per credere), alle battaglie sanguinose in cui un avversario se sfida un altro è per insultarlo e far notare a tutti perché gli sia inferiore.

Ruthless Aggression Era del freestyle

Ed ecco che arriviamo al titolo dell’articolo: Ruthless Aggression Era. Il nome prende spunto dal wrestling e dalla sua principale federazione, la WWE. La Ruthless Aggression era iniziata nel 2002 successivamente a un evento storico per il wrestling, l’acquisizione dell’azienda rivale, la WCW e l’arrivo di tanti nuovi lottatori in WWE. Viene chiamata in questo modo per un discorso di Vince McMahon, il patron della WWE, che affermò che da ora in poi si sarebbero affermati solo i wrestler aventi questa specifica qualità, una spietata aggressività. É stato proprio questo il periodo in cui la WWE si è fatta conoscere maggiormente in tutto il mondo, rendendo celebri alcune sue superstars come John Cena, Undertaker, Triple H…

Ecco, il freestyle post-covid sembra aver rispolverato questa aggressività, sempre più un fattore nelle varie sfide. Aggressività che viene evidenziata non solo dall’attitudine con cui gli mc si approcciano alle battle, ma anche dalle parole che usano, sempre più dirette “alla giugulare” dell’avversario. Per un lungo periodo, infatti, il rispetto reciproco e – in generale – quella che è definibile come una tendenza creatasi, ha portato a registrare pochi attacchi diretti al rivale, ma più a dimostrare le proprie skills fingendo di attaccare un contendente immaginario (che sarebbe potuto essere chiunque). Per prendere un esempio, in una bellissima sfida come Debbit vs Blnkay al Mic Tyson i due avversari si insultano con metafore, wordplay e dimostrano tante skills tecniche, ma solo una rima di Debbit in tutta la battle è effettivamente diretta all’avversario che ha di fronte. Avevamo parlato di questa forma di “freestyle volemose bene” in questo articolo.

I motivi dell’inizio di questa nuova era

Nel post-covid sono innumerevoli le sfide in cui c’è questo approccio più diretto fra i due contendenti, che fanno notare le rispettive mancanze/pregi e cercano di impressionare il pubblico dicendo cose “vere” o comunque appoggiandosi sulla realtà per affondare l’avversario. Hanno contribuito a portare a questo cambiamento diversi elementi.

  • La creazione di diverse crew è stato sicuramente uno dei fattori più rilevanti, che ha dato più spunti per attaccarsi/difendersi basandosi su dati tangibili. Il senso di appartenenza legato al far parte di qualcosa e anche il fastidio provocato dal fatto che questo complesso di cui fai parte venga infamato, stimolano a una difesa e a un contrattacco ancora più aggressivo. L’esempio più pratico di questo effetto è stata la battle fra Fernet Barre (Chiasmo e Simon Skunk) e Vikings (Snake e Roger) a tema “crew”, in cui le due fazioni si sono scannate cercando di dimostrare la superiorità dell’una sull’altra.
  • Le nuove leve, sempre più influenzate dal freestyle in spagnolo molto legato a questa idea di “attacchi diretti” agli avversari (anche perché spesso diventati vere e proprie icone nelle loro nazioni), hanno in parte ritrasmesso questo stile visto e rivisto nelle battle ispanofone, sui palchi italiani. Ne ha beneficiato sicuramente lo spettacolo, con sfide sempre più sentite e coerenti fra i vari avversari. Citiamo a tal proposito la sfida fra Arcydemon e Higher, particolarmente interessante nei 4/4 proprio per il modo coerente in cui i due giovani hanno scelto di confrontarsi, esibendo skills ma inserendolo all’interno di una “storia” dentro la sfida stessa.
  • L’All Bars Game. Format di barre scritte con i due avversari già annunciati da tempo, che ha quindi incentivato un mood più aggressivo nell’attaccare il proprio avversario diretto. Dalla prestazione nella puntata di 0 di Dr. Jack contro Debbit si è notato subito questo stile da ruthless aggression, esplicitato ai massimi livelli dalla sfida nella puntata 3 fra Keso e Arcy. Anche questo ha probabilmente causato un effetto a catena nel freestyle con sfide sempre più crude.

Come si sono adattati i freestyler?

A questi si potrebbero sommare innumerevoli motivi minori, che hanno portato all’inizio di una nuova era per il freestyle italiano, che sta facendo anche delle vittime illustri. Forse non è un caso che mc come Shekkero e Blnkay, molto legati alla creazione del wordplay nel loro modo di far freestyle o alla creazione di punchline geniali a livello di inventiva, ma poco aggressive e sanguinolente, stiano avendo alcune difficoltà dal loro ritorno alle battle. Restano due mostri della disciplina, che siamo abituati a veder vincere ogni contest, per questo ci stupisce il fatto che Shekkero esca due volte agli ottavi di finale nei contest in cui ha partecipato e Blnkay tre volte ai quarti di finale nel 2022. Forse anche da parte loro ci dovrebbe essere un adattamento a questo nuovo stile, che sembra predominante e vincente. Vincente come dimostra Hydra, uno che rappava così “ruthless aggressive” già prima e che si è portato a casa risultati importantissimi in tutti i contest in cui ha partecipato, vincendone due e arrivando in semifinale a uno.

Il livello degli mc della Ruthless Aggression Era

L’altro aspetto da far notare è di quanto il livello si sia alzato. Non ci sono più vittorie “certe” nel freestyle di oggi, tutti possono uscire con quasi tutti e diversi giovani talenti del periodo pre-covid sono definitivamente sbocciati (Chiasmo, Arcy, Astyce, Redrum, Efsi9, Grizzly, Entropia, Kylian…). E così possiamo vedere un Panda (un altro che sta mostrando netti miglioramenti) buttare fuori un veterano della disciplina come Gabs, un Redrum battere Il Dottore, un Giuss Dawg sconfiggere Bruno Bug e Blnkay. La cerchia ristretta dei 10 freestyler più forti d’Italia si è oramai allargata almeno a 30-40 freestyler che – nella giornata giusta – possono battere chiunque.

A chi giova tutto questo? A noi spettatori ovviamente, che ci divertiamo un mondo nel vedere certe sfide, che vediamo risultati inaspettati ogni due per tre e che in generale possiamo godere costantemente di battle di livello negli eventi più importanti. Sperando che questa ruthless aggression era sia, come per la WWE, il momento della grande crescita del nostro movimento a livello di pubblico, qualcosa che tutti ci aspettiamo che avvenga da tempo.

CmA

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