Mappamondo del flow – I meno celebri

Nell’articolo precedente abbiamo elencato i freestyler più famosi della scena che si distinguono per il flow. In questa seconda parte, andiamo a scovare, invece, quelli ancora non completamente affermati, che sono comunque già campioni nell’improvvisare giocando sui tempi e sulle battute del beat. Come nel precedente “mappamondo”, i freestyler non sono ordinati per importanza o per bravura, ma si tratta semplicemente di una lista (NON una classifica) atta a delineare i più abili sotto questo specifico aspetto.

Partiamo dal buon Gabs: il marchigiano sta crescendo a dismisura elevando a ogni battle il livello del suo flow, rendendolo un freestyler sempre più di spessore e con uno stile sempre più riconoscibile. Impressionante il modo in cui entra sulla base. Il suo extra-beat, inoltre, è uno dei migliori in Italia.

Impossibile non citare Axel Reset quando si parla di flow. Il romano – che ha già nel curriculum un Fight Club, oltre a una carriera lunghissima nel freestyle – ha un modo di rappare unico in Italia, cantando spesso sulle strumentali. Originalità e sonorità piacevoli. Dategli un minuto di tempo e lo trasformerà in una strofa, eccezionale.

Passiamo a Napoli/Campania, dove il flow sembra auto-generarsi ed è praticamente entrato a far parte della cultura locale. Ci sono parecchi esponenti della storica capacità dei rapper campani di sfruttare le basi a loro piacimento, facendo anche leva sul dialetto. Da sottolineare come la lingua italiana – rispetto ad altri idiomi (francese e inglese in primis) – non aiuti nel concept di generare rime e quindi nel creare flow vari. Il dialetto campano, invece, è perfetto a questo proposito e ha fatto nascere diversi “figli di Clementino“, abilissimi nell’utilizzare le due lingue per creare flussi. Chyky, Palo e Bato sono i tre freestyler più potenti, a livello di flow, della generazione campana post-Clementino.

Chyky è in grandissima crescita: sono già “storiche” le sue vittorie contro Debbit e la prestazione di livello assoluto contro Drimer alla Tritolo.

Palo basa le sue sfide sul flow e sulla presenza scenica. Portentoso il modo in cui si approccia a qualsiasi base, sia sui quattro quarti sia sugli otto quarti. Il suo minuto contro Keies al primo Mic Scrauso è un’opera d’arte che dà dipendenza.

Il flusso di Bato è costruito su molti incastri: meno efficace a livello di flow rispetto ai due precedenti, ma più tecnico. Inoltre, utilizza l’italiano per costruire le sue rime, affidandosi molto raramente al napoletano e complicandosi la vita, se vogliamo.

Segnaliamo anche un nome abbastanza sconosciuto nella scena, che però va indubbiamente seguito. Grey Mood stupisce tutti quando improvvisa, anche se per ora le sue battle video-documentate si contano sulle dita di una mano. Impressionante il flow che tira fuori questo ragazzo, la speranza è che continui a fare freestyle. Potete vedere le sue performance sulla pagina BPM freestyle.

Concludiamo con il nome più famoso fra i meno famosi, uno che ha il flusso nel sangue. Il Dottore, rappresentante della storicamente vigorosa scuola catanese, porta sempre il suo stile immenso quando sale sul palco, riuscendo a incastrare parole e a sfoderare punchline, mentre gestisce il tempo in maniera eccezionale. Ricorda molto i freestyler della vecchia scuola sotto questo aspetto ed è sicuramente uno dei più apprezzabili da ascoltare.

CmA

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