Il celeberrimo libro “L’arte della guerra” di Sun Tzu espone strategie militari che possono permettere di vincere un qualsiasi conflitto. La grandezza di tale trattato sta nel fatto che possa essere facilmente decontestualizzato. Intervistare Frenk, a tratti, è parsa una rievocazione del trattato applicata alla disciplina del freestyle. Il bolognese, nella nostra chiaccherata, ci spiega quali possano essere i mezzi che ti permettono di conseguire la vittoria. Andiamo a scoprire, dunque, pensiero e ragionamenti del freestyler che ha chiuso il 2019 in testa al nostro ranking.
Come hai iniziato a fare freestyle?
Le prime volte avevo 17 anni più o meno. Vedevo gente più grande che già c’era nel giro, più o meno alla fermata dove tutti prendevamo l’autobus, che metteva i beat con i cellulari. A quei tempi non c’erano neanche le casse. Mi ha appassionato molto: io già quell’anno avevo iniziato a scrivere strofe e mi sono interessato anche a quello che consideravo un ramo di ciò che già facevo. Non l’ho mai coltivato tanto negli anni dopo, a 20-21 anni mi è presa la scintilla e ho iniziato a voler fare battle in ogni dove. Ho cominciato a fare freestyle già prima di MTV Spit, però le gare le ho iniziate dopo Spit.
E quando avevi iniziato a scrivere?
A 15-16 anni ho iniziato a scrivere e a vedermi anche le battle su YouTube.
Fin dall’inizio eri bravo?
Io non credo di aver avuto particolare talento, quello che ho ottenuto è stato frutto più che altro di molto allenamento. Quello che fa la differenza a mio parere è la voglia, perché ho conosciuto gente che magari ha fatto un anno ad altissimo livello e poi ha smesso subito.
Quanto e come ti alleni?
Mi alleno con regolarità: confrontandomi con altri ragazzi mi sono reso conto che ci sono diverse modalità d’allenamento. Ci sono persone che magari normalmente si allenano poco e poi nel periodo battle si sparano 4 ore al giorno di allenamento. Io sono il contrario, mi alleno in modo che lo possa fare sempre, magari non faccio mai 4 ore di freestyle in un giorno, però perlomeno mezzora a giornata me la ritaglio sempre, in modo da essere continuo. Come modalità, se sono da solo a casa, uso il generatore di parole casuali su Google, poi magari ci sono quelle due-tre sere a settimane in cui ci troviamo più persone a fare 3/4 o 4/4 in cerchio, cose così.
Ti diverti ad allenarti?
In compagnia, sicuramente mi diverto e migliora la qualità della serata. Da solo, è meno stimolante e più difficile. La cosa più difficile è che non c’è un ambiente esterno che ti stimoli, quindi magari ti distrai due secondi e perdi due quartine, una cosa che fuori non faresti mai. Però, secondo me, uno che si impone un bel ritmo da solo, poi è mega avvantaggiato quando lo va a fare fuori. Io solo dopo 5-6 anni da quando avevo iniziato a fare freestyle ho trovato una continuità minima tale da farlo anche da solo, è davvero difficile.
Qual è la caratteristica che hai che hai migliorato di più da quando ti alleni?
Diverse, ma ti faccio un esempio su ciò su cui sto lavorando ultimamente. Si tratta di un colpo che vorrei diventasse il mio colpo simbolo. Quando vado a fare la quartina, anziché fare le classiche due rime di appoggio per preparare la punchline, sto cercando di prendere il pensiero di quello che voglio dire in punchline e spalmarlo su tutte quattro le barre. Praticamente costruisci una quartina dove tutta la quartina deve fare rima con tutte quattro parole finali. E poi lo stesso pensiero che avevi, lo provi a spalmare su tutte le barre, attraverso le parole finali, di modo che sembri discorsivo. Così facendo arriva la potenza della punchline, ma visto che non devi tenerti verso la fine tutto il pensiero e devi valorizzare ogni spazio che hai, è molto più facile non mettere intercalari. Quindi viene un effetto di quartina molto più pulito.
Penso sia complicatissima come cosa, no?
Molto, però è complicatissimo anche trovare la punchline giusta. Dipende tutto da come la tua testa è abituata a ragionare. Se è abituata a ragionare per incastri e a trovare suoni fonetici, ti baserai su quello ad esempio. Io mi sto abituando a pensare subito a quattro parole che possano entrare in un discorso facendo rima, anche che non siano potenti, ma che alla fine quando le hai sentite tutte quattro è WOW, l’effetto più o meno dev’essere quello.
Un esempio di questo?
Contro Snake (ecco la barra in questione), fondamentalmente porto avanti per tutta la punch l’immagine del vampiro e dell’uomo lupo e gli spiego con un’immagine alla fine di ogni barra un motivo per cui sono meglio di lui. Singolarmente ogni barra non è forte, ma l’intera quartina arriva pulita e potente. È una cosa che ancora nessuno fa e che vorrei diventasse una mia peculiarità. Infatti, Debbit o altri mi chiamano il tattico, il mio punto di forza è trovare il cavillo nella gara che mi permetta di vincere.
Visto il discorso sulle “tattiche”, mi viene spontaneo rivolgerti un’altra domanda sul tema. Quando vai a una battle ti importa più di vincere o di offrire spettacolo?
Eh difficile, vorrei dirti di offrire spettacolo, però la verità è che preferisco un pelo più vincere. Adatto quello che posso in base alla situazione che mi si presenta per vincere la battle, anche se porta di meno forse alla figura artistica. Ti posso dire che ho provato sulla mia pelle che arrivare in finale facendo prestazioni medie, ti porta meno che fare 1 o 2 turni stellari. Sia che tu hai vinto o hai perso, di te rimangono due tracce stellari di freestyle. Un esempio è Debbit, che spesso è uscito da contest in cui ha fatto la prestazione migliore o quasi e questo gli ha portato vantaggi.
Richiamandomi a questo discorso, ti sei mai vergognato di vincere una battle?
Sì, mi sono sentito di non aver per niente meritato alla finale del Fight Club 2018 contro Bruno Bug. Però i giudici erano Jack e Shekkero, nessuno di loro due aveva interessi a favorire uno dei due. Io mi fido anche del loro parere visto che sono aggiornati ed espertissimi di freestyle. È comunque stata la vittoria che meno ho sentito di meritare e ho proposto a Bruno almeno di dividere il premio. Sia chiaro, dividere il premio nel freestyle non è nemmeno un premio di consolazione perché quello che conta e che importa ai freestyler è la vittoria del titolo, non 200-300 euro.
Tu come valuti i freestylers quando sei in giuria?
Più che altro, cerco di stare attentissimo a tutto. Poi io valuto sempre di più la risposta, se tutti e due stanno spaccando, chi sta rispondendo meglio lo premio. Elaborazione rapida di un concetto in base a un input che ti è stato dato, la cosa più spettacolare. Non mi baso sul giudizio del pubblico, cioè non cambio il mio giudizio in base a quello che dice il pubblico. Però do peso a come l’MC prende il pubblico, perché anche quella è una skill, perché la rima più figa del mondo deve entrare nella testa di chi ti ascolta. Anche la pulizia ha una sua valenza ovviamente. Lo spareggio lo do solo se esclusivamente necessario, se anche di 0,1 uno dei due ha meritato, per me merita di passare, anche se ha vinto di solo una quartina. Perché poi gli spareggi spesso vanno a ribaltare i risultati in maniera un po’ random.
Penso che gli spareggi vi facciano perdere di lucidità in vista dei turni successivi.
Si tantissimo, stanca molto. Infatti raramente la battle del contest è la finale, per la stessa motivazione.
A volte capita che i giudici, durante le battle anche importanti, non stiano totalmente concentrati, ma facciano altro. Non è un qualcosa che vi dà fastidio?
Non ho mai notato questo, anche per il momento di tensione o altro, però sono cose sbagliatissime che possono compromettere la sfida. Comunque è successo soprattutto al Tecniche che i giurati non svolgessero pienamente quello per cui erano stati chiamati, per fortuna non mi è mai successo di rendermene pienamente conto.
Sei più tranquillo ora alle battle che hai questa reputazione o prima quando non eri nessuno e dovevi sfondare?
Prima sicuramente a livello di pressione ne sentivo di più, perché c’erano occasioni che dovevi necessariamente sfruttare e non potevi perdere. La prima battle che ho affrontato senza pressione è stata la finale del Tecniche contro Hydra, da allora in poi cerco di stare più tranquillo ai contest. La pressione ti rende carico a mille, ma magari ti fa perdere quel particolare che ti costa la gara. Invece con la tranquillità, magari non parti sempre in vantaggio nella sfida, però piano piano trovi sempre l’idea buona perché magari lui non è tranquillo quanto te. Io sono riuscito a sbloccare quella consapevolezza, non c’è modo migliore di far freestyle di farlo da tranquillo. Lo dimostra il fatto che fra amici nel parchetto senza nessuna pressione ti escono delle rime fenomenali che nessuno ascolterà mai.
Per te in che modo bisogna classificare un freestyler più forte di un altro?
Sicuramente, a certi livelli entra in campo il gusto di una persona. Provando ad essere il più oggettivo possibile, il freestyler più forte per me è quello che mantiene sempre un livello alto, non chi ha degli exploit.
Qual è lo stile da gara più forte?
Anche per continuità, lo stile di Blank è il più adatto per le gare di freestyle. Però dipende, se ci mettiamo a fare 10 minuti di freestyle a testa, per me è il migliore è Morbo. Loro due, secondo me, sono i nostri Maradona e Pelè e a gusto personale subito dietro di loro c’è Shekkero. In generale, secondo me bisogna scegliere il migliore a parità di titoli, è quello che stacca i campionissimi fra i migliori. Anche per quello ti ho citato le tre persone che hanno vinto più titoli. Per mantenere una base di oggettività.
Crearsi un personaggio, molti lo fanno. Tu no. Qual è la ragione?
Questa cosa la prendo come un difetto, che ho anche nello scrivere, nei testi. L’identità mi è sempre un po’ mancata e l’ho sempre tralasciata. È molto importante come la gente ti vede e sbaglio in questo. Ho sempre detto che voglio essere me stesso: è giusto essere se stessi, ma in una chiave artistica. Sicuramente col tempo tenti di modellarla o prende forma da sé. In alcuni casi nasce naturale, in altri i freestyler forzano. Non è tanto importante ai fini della gara, ma per come vieni visto o altro.
Sei stato un po’ “criticato” per l’essere moralista nel freestyle, sia per quanto riguarda i comportamenti degli avversari (Morbo alla Tritolo che ti chiude le barre) sia per quello che riguarda le rime stesse che fai (Hydra al Tyson). Cosa ne pensi?
Per quanto riguarda Morbo, era semplicemente una tattica di rima. In teoria, chiudere la barra all’avversario dovrebbe far pensare che sia stata scontata. Io volevo dare un’immagine al pubblico opposta, cioé che questa cosa in realtà fosse negativa. Per quanto riguarda Hydra, io sono il più negato di tutti a fare le rime black humor, ma anche perché io nella vita non guardo nulla di comico, nulla di humor. Quindi è nato un po’ questo personaggio in cui io scredito questa cosa quando tu cerchi di farmela. È nata un po’ da una debolezza insomma. Alla fine, quello che fa un qualcosa di diverso, comunque risalta.
La tua battle migliore?
Contro Shekkero al Tecniche 2017, sicuramente una delle mie prestazioni top. Anche a Freestylemania, entrate mie che non mi sono piaciute ce ne sono state poche.